Mangiamo bene ogni giorno! Ricette facili e gustose per cucinare a casa!
16 Luglio 2024
Diceva Italo Calvino che "Il Buon Lettore aspetta le vacanze con impazienza. Ha rimandato alle settimane che passerà in una solitaria località marina o montana un certo numero di letture che gli stanno a cuore e già pregusta la gioia delle sieste all’ombra, il fruscio delle pagine, l’abbandono al fascino d’altri mondi trasmesso dalle fitte righe dei capitoli".
Questa è proprio la mia idea di vacanza, con il caldo che mi affligge anelo un posto all’ombra, che sia una panchina sotto gli alberi in montagna o un lettino sotto l’ombrellone in spiaggia o in piscina, dove leggere in pace. Se poi quando rientro, trovo ad aspettarmi un bel piatto di pasta con i frutti di mare e un bel calice di prosecco ghiacciato, la felicità è completa: spoiler nessuno cucina mai per me e quindi mi devo accontentare di qualche pranzetto nei ristoranti vicino al mare quando ho la possibilità di andarci! Se anche la vostra idea di vacanza assomiglia alla mia, vi lascio una personalissima selezione di libri da mettere in valigia e la ricetta di un primo piatto di mare come quelli che piacciono a me, chiudete gli occhi e immaginate di gustarlo con i piedi scalzi sulla sabbia e il suono delle onde che si infrangono sulla battigia!
Ingredienti
una confezione di Vellutata di Datterino Giallo Cirio
350 g pasta formato caserecce
1 kg vongole
250 g friggitelli
uno spicchio d’aglio in camicia
un peperoncino
olio extravergine d’oliva
basilico fresco
Raccogliamo le vongole ben spurgate in una casseruola con poca acqua ed un goccio d’olio, copriamo e facciamole aprire, teniamo da parte le vongole, sgusciamone una buona parte, filtriamo e conserviamo il liquido di cottura.
Tagliamo la parte con il picciolo dei friggitelli, eliminiamo i semi e tagliamo a rondelle molto sottili.
Scaldiamo 4 cucchiai di olio in un'ampia padella, insaporiamo con lo spicchio di aglio in camicia e il peperoncino fresco tritato, togliamo l'aglio e rosoliamo velocemente i friggitelli, aggiungiamo la Vellutata di Datterino giallo Cirio, qualche foglia di basilico fresco, aggiustiamo di sale e cuociamo per 6/7 minuti.
Cuociamo le caserecce in abbondante acqua bollente salata per i 2/3 del tempo riportato sulla confezione. Scoliamo e trasferiamole nel sugo di Datterino giallo e friggitelli; portiamo a cottura, bagnandole con poca acqua di cottura delle vongole. A fuoco spento, uniamo le vongole sgusciate e altro basilico; mescolate, distribuiamo le caserecce nei piatti e completiamo con rondelle di friggitelli crude.
Erano i momenti in cui il dolore si faceva più impalpabile e lasciava filtrare la normalità come luce attraverso i punti lisi di una stoffa. Il piacere spontaneo che arrivava da un profumo di pane appena sfornato, il conforto della tazza calda fra le mani in una mattina rigida d’inverno. Un motivetto cantato distrattamente, stendendo il bucato sulla terrazza condominiale al sole della primavera. Il sorriso con cui accoglieva le telefonate di Ettore. La vita che chiamava.
Roberta Recchia
L’estate è la Puglia, è la banda degli amici. È scorrazzare con loro per i tratturi su una vecchia Cinquecento, i finestrini abbassati, i Beatles a tutto volume, e pazienza se non sono più di moda da trent’anni. È prendere tutto come un’avventura, camminare a piedi nudi anche in paese, illuminare la casa con le candele, ballare come se non ci vedesse nessuno, cantare a squarciagola sulle scogliere sfidando la risacca. È leggerci a vicenda i libri che ci sono piaciuti. È la spiaggia sabbiosa e lunga a perdita d’occhio, anche di notte, con una radio e una bottiglia di rosso, o accoccolarsi sui tetti dei trulli sotto la luna piena. Il mercato del sabato mattina, le olive e i nodini di mozzarella nelle borse frigo. L’odore di sandalo, le preghiere cantate, il fuoco e i fiori. È prendere le coincidenze per segni divini. Lasciarsi andare al flusso, dimenticare il futuro. Godersi tutto.
Lorenza Gentile
Le case di pietra si affacciano tra la vegetazione, i tetti di ardesia, i frutteti, la superficie mossa dei campi coltivati. Passo attraverso una costellazione di piccoli paesi, le siepi selvatiche corrono lungo il percorso spandendo odori, una sinfonia di terre umide, sambuco, e i primi sentori dell’oceano. Che belle le ortensie, così tante, così libere. Mi viene in mente quello che scriveva la Woolf, credo in Orlando: la vita è una serie di piccole occasioni per fare grandi cose. Pressappoco così.
Francesco Carofiglio
Una piccola questione di cuore
Un palazzo dei primi del Novecento, giallo lombardo, ristrutturato di fresco. Dentro al portone c’è praticamente un parco, una fontana, panchine liberty in ferro battuto, una meraviglia illuminata da faretti sapientemente posizionati. Carlo si chiede se quelli che arrancano in coda tutto il giorno in corso di Porta Romana, metro dopo metro verso l’ufficio, incollati con il muso della macchina al culo del tram, sanno che lì dietro, basta girare una chiave, c’è un’oasi di silenzio e natura. Come uscire da un concerto dei Metallica ed entrare in una stanza dove stanno suonando Chopin. Milano.
Alessandro Robecchi
Piera stringe le palpebre e si avvicina al collo sottile cercando il profumo di mela, carta, matite temperate e Nivea, quello che le restava addosso a ogni abbraccio, che si portava a scuola attaccato alle guance e alla sciarpa e dove affondava il naso ogni volta che si sentiva persa, pure quando fumava di nascosto o pomiciava in qualche angolo buio e avrebbe preferito non sentirlo. Lei era lì, sempre, anche se la lasciava fare e sbagliare da sola, con quell’affetto sbrigativo e genuino di chi trascorre la vita stretto tra le montagne e i boschi, lo stesso che Vera regalava ai suoi alunni ogni mattina e che in lei lasciava sempre una patina di taciuta gelosia.
Valeria Corciolani
Era la ragazza più bella che avessi mai visto, ma la sua bellezza era praticamente indescrivibile da quanto era equilibrata e raffinata. Come si fa a raccontare una faccia quando nulla spicca, eppure tutto splende? Aveva i lineamenti fini come la seta e gli occhi d’un colore incredibile che stava tra il ghiaccio e il pervinca, la linea del naso perfettamente dritta, solo la punta finiva appena all’insù. La bocca era piccola e le labbra piene e gli incisivi eran lievissimamente in avanti, a guardar bene, ma era una cosa che mi garbava da impazzire perché le regalava quell’atomo di imperfezione che la rendeva più umana e desiderabile, una madonna imperfetta che dovevo avere a tutti i costi, oppure alla mia vita, ne ero sicuro, sarebbe mancato il più e il meglio. E poi c’eran quelle microlentiggini di sole a spuntare sulla pelle appena abbronzata, gli zigomi lievi e le sopracciglia come dipinte mentre il mento invece si affilava e rendeva pieno e vero quel sorriso che quando s’accendeva illuminava ogni cosa. Tutto mi garbava di lei, tutto, anche la fronte con quell’attaccatura alta e i capelli castani che ne spuntavano e scendevan giù lungo la schiena mossi e forti e scuri, solo le punte appena schiarite dal sole, e poi era vestita perfetta: una camicia di jeans coi bottoni di madreperla appena schiarita da lavaggi sapienti, i 501 anch’essi magistralmente scoloriti e delle Nike da tennis bianche con la striscia bianca che non avevo mai visto pur essendo un cultore delle Nike.
Edoardo Nesi
Una piccola libreria molto speciale
La cucina le aveva sempre dato conforto. Pesare, misurare, affettare e rimestare: erano gesti semplici che riuscivano in qualche modo a sollevarla d’animo e, fortunatamente, quel giorno Della aveva molto con cui tenersi occupata. Si mise subito all’opera, l’entusiasmo che si riaccendeva mentre riuniva gli ingredienti e scorreva a mente quello che doveva fare.
Ellen Berry
È tutta colpa della solita, maledetta insicurezza. È dentro di noi, quella voce che ci dice che non sappiamo fare qualcosa, che non siamo abbastanza bravi, che non dovremmo neanche provarci. E quando ascoltiamo quella voce, ci ostacoliamo da soli, senza rendercene neanche conto.
Chiara Moscardelli
All’incrocio dei nostri destini
L’amore ci travolge, ci trafigge, ci annienta, rimette tutto in discussione, distrugge gli equilibri. Ma sull’amore non abbiamo nessun potere. È sempre più o meno un incidente. Non è una scelta. Non si può semplicemente volerlo. Anche fortissimo. Non funziona così…
Mélissa Da Costa
La vista del mare e il chiasso del porto lo fecero sentire subito a casa, strappandogli un sorriso; pensò che era difficile, per chi era cresciuto lontano dal mare, capire quanta malinconia poteva generare la sua mancanza: come l’amore, il mare cura, lenisce le ferite, ti fa sentire che appartieni a qualcosa.
Francesca Giannone